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Cos'è la stampa digitale in quadricromia?
Il mondo delle stampe prevede tantissime tecnologie e metodologie diverse studiate per ottenere risultati sempre più performanti; una delle tecniche più amate ed efficaci è la stampa digitale in quadricromia. Conosciuta anche con la sigla CMYK identifica l’acronimo dei colori coinvolti nella stampa. Oggi rispetto al passato è tutto molto più semplice.
Cos’è la stampa in quadricromia
Se dovessimo definire in modo semplice la stampa in quadricromia potremmo dire che è una tipologia di stampa che utilizza quattro colori principali: ciano, magenta, giallo e nero. Questi 4 colori sono i responsabili della produzione di circa il 70% delle sfumature visibili ad occhio nudo. Dopo aver compreso di cosa si tratta e perché viene conosciuta come CMYK ovvero l’acronimo di ciano, magenta, giallo e nero ecco che possiamo andare a scoprire insieme come funziona la stampa digitale in quadricromia.
Come funziona la stampa digitale in quadricromia
L’acronimo indica Cyan, Magenta, Yellow and Key che vanno ad identificare le 4 sfumature principali pensate per la stampa in quadricromia. Questi quattro colori, miscelati tra loro, danno origine a circa il 70% dei colori visibili ad occhio nudo. Non si tratta di un semplice mix ma vanno a lavorare insieme per sintesi sottrattiva dando vita quindi alle altre tonalità.
Con sintesi sottrattiva si intende la tipologia di tecnologia che viene utilizzata e che sfrutta la luce per poter andare ad elaborare il colore di cui abbiamo bisogno. I colori non vengono quindi mixati tra loro come si farebbe dal vivo con una tavolozza da pittore ma viene piuttosto realizzato qualcosa di simile ad una stampa puntinista. Tantissimi puntini monocolore vengono stampati uno dopo l’altro vicini vicini per poi andare a creare le macchie di colori desiderati.
Perché sono stati scelti questi 4 colori?
Una domanda che viene fatta spesso è perché vengono utilizzati questi 4 colori e non i 5 primari ad esempio, si tratta di una scelta non stilistica ma di convenienza. Con queste quattro colorazioni si riescono a raggiungere numeri davvero alti di combinazioni. Insomma, con la combinazione di quadricromia si arrivano a raggiungere quasi tutti i colori necessari con il numero più basso di colori di partenza; ecco perché si parla di convenienza.
Ovviamente è possibile ottenere gli stessi risultati coinvolgendo più colori ma a livello di costi risulta più impattante; ecco perché dopo tante ricerche e studi è stato perfezionato questo modello. esistono macchinari che scelgono di giocare invece con combinazioni a sei colori (a stampe esacromia) oppure ad otto colori di partenza. Questo dà modo di ottenere effetti molto più realistici, è pensata come soluzione per tipografie o aziende che realizzano immagini che devono essere fedelissime alla realtà.
Pantone, azienda leader nel settore dei colori, ha scelto di non realizzare tinte piatte ma di dar vita ad un catalogo di 1114 colori realizzati attraverso il mix di 13 pigmenti diversi, 14 con il nero. Chiaramente realizzare queste sfumature è molto più costoso, ecco perché la stampa più conveniente e diffusa resta la quadricromia.
CMYS vs RGB: le differenze
Volendo fare un raffronto è possibile creare un paragone tra le combinazioni a quattro colori e quelle a tre colori. Nella stampa in quadricromia, come abbiamo visto, la sigla è CMYK e vede coinvolti i quattro colori precedentemente citati. Vanno in contrasto però con i tre colori che vengono utilizzati sullo schermo dei computer che sono solitamente in combinazione RGB cioè rosso, verde e blu. Quando troviamo una differenza tra i colori sullo schermo e quelli stampati, è proprio a causa di questa diversità.
Tecnicamente non è possibile riuscire a stampare in modo identico tutti i colori che vediamo sullo schermo, o comunque non lo è con stampanti casalinghe che lavorano in stampa a quadricromia. A causare ulteriori diversità nella fase di stampa ci sono fattori come la stampante, la carta e altri dettagli.