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Costi stampanti, toner e cartucce, quanto influisce la crisi dei chip
Da quasi un anno si sente parlare di aumento dei prezzi per quanto riguarda le categorie di PC, stampanti, smartphone e consolle. Perché? Il tutto è legato al mercato del semiconduttore e alla conseguente crisi del chip. Non vi spaventate, con calma andiamo a vedere punto per punto che cosa sono questi due fenomeni che stanno duramente colpendo il mercato tecnologico mondiale.
Crisi del chip: cos’è?
Se vogliamo usare una definizione semplicistica, la crisi del chip nasce dall’esigenza di soddisfare una determinata offerta di mercato. Durante la pandemia e in particolare nel primo periodo di lockdown, con le famiglie e i professionisti costretti in didattica a distanza e smart working, è cresciuta esponenzialmente la domanda di PC e stampanti, o multifunzionali, che supportassero le famiglie nel normale sviluppo dell’attività professionale anche da casa. Il problema è nato nel momento in cui le grandi aziende, tra cui anche la Samsung, non hanno avuto più la possibilità di produrre e conseguentemente inviare i semiconduttori, ovvero quei dispositivi necessari per l’assemblaggio e il funzionamento di macchinari tecnologici come: PC, stampanti, multifunzionali, consolle, addirittura parti di automobili.
Come cambiano i prezzi di stampanti, toner e cartucce?
Ovviamente, se la produzione è lenta e le aziende non riescono a soddisfare la richiesta di mercato. Detto in parole semplici, c’è molta più gente che vuole acquistare prodotti, le stesse aziende attingono dalle giacenze di magazzino e dovranno necessariamente alzare i prezzi di vendita per rientrare dei costi. Basti pensare che soltanto durante il primo lockdown la richiesta di macchinari come stampanti e multifunzioni, ha generato un aumento dei costi del 33% circa.
Quali sono le conseguenze per i settori colpiti dalla crisi del chip?
Ma torniamo alla famigerata crisi del chip e proviamo a spiegarla meglio. L’impossibilità di soddisfare la richiesta da parte delle aziende che producono i semiconduttori, ha scatenato un vero e proprio rallentamento nella catena di produzione e messa su mercato dei prodotti tecnologici sopra citati, generando una perdita netta dei guadagni di aziende mondiali. Così si spiega il motivo per cui Apple e PlayStation hanno dovuto rimandare l’uscita dei propri prodotti iPhone 12 e Ps5. Se ricordate addirittura la PS5 non è riuscita ad arrivare nemmeno nelle case di tanti acquirenti proprio per i rallentamenti nelle consegne. Meno conosciute, ma altrettanto importanti, Dell e HP hanno visto un calo importante dei loro guadagni. Queste ultime due aziende ancora vivono di scorte di magazzino, ma la produzione ha bisogno di ripartire e al momento non ci sono le condizioni per ovviare alla crisi del chip.
Ma cosa sono i semiconduttori?
Il termine semiconduttori indica i materiali con cui si realizzano i circuiti elettronici, ma è spesso utilizzato come sinonimo più ampio per indicare i microchip. Volendo essere più specifici, si parla di quei componenti che sono alla base dei chip, ovvero i transistor, i diodi, i resistori e tutte le altre componenti fondamentali dell'elettronica. La Samsung è una delle aziende che detiene le aziende per la produzione di questi componenti insieme alla TSMC.
Quali sono le probabili soluzioni
Una delle possibili soluzioni che si sta studiando per arginare la crisi del chip, sarebbe quella di aprire delle industrie di semiconduttori nel territorio europeo, diventando indipendenti dai grandi colossi statunitensi e cinesi. In questo modo si darebbe anche una svecchiata al sistema industriale tecnologico, cercando quella spinta che porta indipendenza e novità. Un impedimento a questo progetto potrebbe venire proprio dalla sfera politica, ma è tutto ancora in forse. Nel frattempo possiamo dire che i prezzi sui consumabili delle stampanti, quindi cartucce, toner e componenti, non subiranno alcun tipo di aumento ma potrebbe essere una situazione momentanea quella del blocco dei prezzi.